PEOPLE
“Essa [La storia] dopotutto non è che il racconto di imprese collettive.
Se si indebolisce il senso dello stare insieme, se l’individualismo rimane l’unica bussola […],
la memoria del comune passato viene abbandonata. Non ha più senso”.
Piero Bevilacqua, L’utilità della storia, 2004.
Il ritmo che scandisce esistenze individuali ed esperienze collettive combina il monotono e perpetuo scorrere del tempo a vivaci virtuosismi e improvvise aritmie, talvolta queste intermittenze sono innescate da circostanze casuali ed eventi straordinari, talaltra sono indotte da ricorrenze e date-simbolo capaci di condensare nel presente, persistenze, emanazioni e vibrazioni del passato; questo cortocircuito temporale, emozionale e relazionale in cui si innestano microstorie personali e narrazioni corali è la forza che alimenta la venticinquesima edizione del Festival DROMOS.
Un traguardo argenteo dunque, per una manifestazione che come l’elemento simbolo di questo anniversario ha voluto e saputo essere preziosa foriera di luce e idee, conduttrice di calore umano, prossimità e vicinanza, esempio virtuoso di quella cultura della duttilità, dinamica e creativa, che si adegua al cambiamento senza mutare o annichilire la propria identità.
DROMOS 25 non è la mera autocelebrazione di un festival che guarda a se stesso ma la nuova tappa di un cammino comunitario pluriennale che coniuga espressioni e linguaggi artistici multietnici, sostenibilità ambientale e inclusione sociale, al fine di stimolare processi di cooperazione e partecipazione attiva che agiscano come forze centripete per il ripopolamento socio-culturale dei territori marginali.
People muove da una dimensione plurale del fare e del sentire e trova nelle parole di Vito Teti l’espressione più autentica della propria mission: “Noi siamo il nostro luogo, i nostri luoghi: tutti i luoghi reali o immaginari che abbiamo vissuto, accettato, scartato, combinato, rimosso, inventato. Noi siamo il rapporto che abbiamo saputo e voluto stabilire con i luoghi“; similmente Dromos è il luogo del NOI, l’agorà della gente, la pólis cosmopolita e ricettiva fondata sulla creatività.
People dunque non è un banale slogan, una semplice scelta tematica ma un manifesto, una visione lungimirante, l’imperativo etico perseguito da chi, venticinque anni fa, ha scelto di porre la comunità al centro di un progetto a più voci che, come in una articolata composizione polifonica, confluiscono in un’unica e armoniosa sinfonia.
Anna Rita Punzo
SCENOGRAFIA a cura di Mattia Enna
SALTIMBANCHI MOSTRINÆ
Quando l’uomo decide di denudarsi, esponendosi con la sua genuinità fatta di pregi,
difetti e debolezze, entra in sintonia con il mondo. Mostra così la sua anima, diventando
un Mostrinæ saltimbanco: un essere unico, irripetibile e, a suo modo, bellissimo, che
acquisisce così il diritto di stare al centro dell’attenzione, di diventare il fulcro dello
spettacolo.
Ci saranno quindi ventidue piedistalli, ma solo alcuni saranno occupati da un
Mostrinæ, gli altri saranno vuoti, nella speranza che, tra il pubblico, qualcuno decida di
abbandonare le sue sovrastrutture diventando anch’esso, idealmente, un saltimbanco.